21 giugno 2009

POLITICA
Resto contrario al referendum
E' comprensibile che i promotori di un referendum, tra i quali anche
Angelo Panebianco, difendano la propria creatura. Premetto che userò le
dizioni Porcellum 1 e Porcellum 2 perché i due testi sono molto simili.
Il primo è quello di Calderoli e quindi la legge in vigore, il secondo
è il testo Guzzetta-Segni. Chi voterà Sì al referendum approva il
Porcellum 2; chi voterà No preferisce restare con il Porcellum 1. Ciò
premesso vengo all' articolo di Panebianco del 13 Giugno. Il suo primo
rilievo è che il Porcellum 1 non contiene nessun anticorpo contro un
futuro eventuale ritorno della frammentazione partitica; ma in verità
contiene lo stesso sbarramento del 4% che ritroviamo nel Porcellum 2. E
sta di fatto che oggi i partiti che hanno superato questo sbarramento
sono soltanto cinque. Se dovessero tornare a salire non sarà perché
glielo impedisce il Porcellum 2. E sul punto a Panebianco sfugge che il
premio di maggioranza assegnato da entrambi i Porcelli alla più forte
minoranza fa sì che per i partiti senza premio il costo in voti di un
seggio diventa più alto. Nel 1983 il costo di un seggio ai Comuni è
stato per i Laburisti di 40.000 mentre per i liberali è stato di
400.000 voti. Questo è un caso limite, ma illustra il problema. Se, per
esempio, Berlusconi conquistasse il premio con il 35% dei voti a lui
spetterebbe il 55% dei seggi, mentre il 65% dei non premiati si
dovrebbe dividere il 45% dei seggi restanti. Panebianco riprende poi l'
argomento che anche i sistemi uninominali trasformano una minoranza di
voti in una maggioranza di seggi. A parte importanti differenze, mi
sfugge perché i difetti del sistema inglese dovrebbero giustificare i
difetti (aggravati) dei Porcelli. Infine conclude che «è sbagliato
giudicare i sistemi elettorali alla luce dì preoccupazioni politiche
contingenti». Con questa logica si potrebbe giustificare anche la legge
Acerbo del 1923. E il fatto è che da entrambi i Porcelli non risulterà
nessun sistema bipartitico, ma invece un sistema a partito predominante
nel quale lo stesso partito governa da solo e senza alternanza per
decenni (in altri casi anche dai trenta ai cinquant' anni). Restano due
quesiti. Primo, qual è la differenza tra Porcellum 1 e Porcellum 2.
Oramai è minima. Nel primo il premio di maggioranza è previsto per una
coalizione di liste, mentre nel secondo viene riservato a una sola
lista. Quando i referendari proposero questa variazione la differenza
era importante. Oggi è pressoché irrilevante. Perché anche se restasse
in vigore il Porcellum 1, nulla impedisce a Berlusconi di presentarsi
da solo. Secondo quesito: perché mai Franceschini si batte a oltranza
per il Sì? Secondo Sergio Romano, siccome la legge Calderoli è pessima
«il Sì avrebbe il vantaggio di costringere il parlamento ad approvare
una nuove legge elettorale». Ma perché mai? Per Berlusconi il Porcellum
2 va strabene, è già operativo, e lui controllerà la maggioranza
assoluta. Nessuno lo potrà costringere a nulla. Io non ho mai
raccomandato di non votare. Ma questa volta siamo chiamati a scegliere
tra la padella e la brace. E se il referendum passerà avremo in ogni
caso una pessima legge elettorale che ottiene il rinforzo di
legittimità della volontà popolare. Se invece fallirà si potrà
sostenere che gli italiani hanno dimostrato di non volere né il
Porcellum 1 né il Porcellum 2. Il che lascia aperto un barlume di
speranza.
Sartori Giovanni
berlusconi
porta
sfiga
| inviato da
marco resistenza il 21/6/2009 alle 13:20 | |
13 giugno 2009

POLITICA
La cosa Berlusconi
Saramago: La cosa Berlusconi
di Josè Saramago, da El País, 6 giugno 2009, traduzione di italiadallestero.info
Non vedo che altro nome gli potrei dare. Una cosa che assomiglia
pericolosamente a un essere umano, una cosa che dà feste, organizza
orge e comanda in un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa
malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte morale
del paese di Verdi se un conato di vomito profondo non riuscirà a
strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca
per corrompere le loro vene e per squassare il cuore di una delle più
ricche culture europee.
I valori fondamentali della convivenza umana sono calpestati tutti i
giorni dai piedi appiccicosi della cosa Berlusconi che, tra i suoi
molteplici talenti, ha un´abilità funambolica per abusare delle parole,
sconvolgendone l´intenzione e il senso, come nel caso del Polo della
Libertà, come si chiama il partito con il quale ha preso d´assalto il
potere. L´ho chiamato delinquente, questa cosa, e non me ne pento. Per
ragioni di natura semantica e sociale che altri potranno spiegare
meglio di me, il termine delinquente ha in Italia una valenza negativa
molto più forte che in qualsiasi altra lingua parlata in Europa.
Per tradurre in forma chiara ed efficace ciò che penso della cosa
Berlusconi utilizzo il termine nell´accezione che la lingua di Dante
gli dà abitualmente, sebbene si possa avanzare più di un dubbio che
Dante qualche volta lo abbia usato. Delinquere, nel mio portoghese,
significa, secondo i dizionari e la pratica corrente della
comunicazione, "atto di commettere delitti, disobbedire alle leggi o ai
precetti morali".
La definizione combacia con la cosa Berlusconi senza una piega, senza
un tirante, fino al punto da assomigliare più a una seconda pelle che
ai vestiti che si mette addosso. Da anni la cosa Berlusconi commette
delitti di varia, ma sempre dimostrata, gravità. Per colmo, non è che
disobbedisca alle leggi, ma, peggio ancora, le fa fabbricare a
salvaguardia dei suoi interessi pubblici e privati, di politico,
imprenditore e accompagnatore di minorenni, e in quanto ai precetti
morali non vale neppure la pena parlarne, non c´è chi non sappia in
Italia e nel mondo intero che la cosa Berlusconi da molto tempo è
caduta nella più completa abiezione.
Questo è il primo ministro italiano, questa è la cosa che il popolo
italiano ha eletto due volte per servirgli da modello, questo è il
cammino verso la rovina a cui vengono trascinati i valori di libertà e
dignità che permearono la musica di Verdi e l´azione politica di
Garibaldi, coloro che fecero dell´Italia del secolo XIX, durante la
lotta per l´unità, una guida spirituale dell´Europa e degli europei.
Questo è ciò che la cosa Berlusconi vuole gettare nel bidone della
spazzatura della Storia. Gli italiani, alla fine, lo permetteranno?
berlusconi
antiberlusconismo
| inviato da
marco resistenza il 13/6/2009 alle 19:11 | |
4 giugno 2009

POLITICA
Il Times: "papi" era il nome in codice usato dalle ospiti di Berlusconi
"Papi", chiamatemi "Papi". Parafrasando Fleming, è il nome in codice
che le "papi-girls" (presentatrici televisive, aspiranti attrici e
showgirl) avrebbero usato per chiamare il presidente del consiglio,
Silvio Berlusconi, al telefono. La rivelazione arriva dal prestigioso
Times. Il quotidiano britannico, che con questo articolo dell'inviato a
Roma Richard Owen, dimostra di non voler mollare la presa "sull'affaire
Noemi", scrive che il nome in codice serviva ad evitare che il premier
venisse identificato in caso di intercettazioni telefoniche.
Riporta poi il giornale come ulteriori dettagli sulla vicenda
stiano emergendo dalle foto scattate dal fotoreporter sardo, Antonello
Zappadu, nel parco di Villa Certosa, e sequestrate dall'autorità
giudiziaria su richiesta del premier. Segnala poi il quotidiano come la
prossima settimana verrà pubblicato il libro della show girl, Elisa
Alloro, in difesa di Berlusconi. Il libro, dal titolo Noi, le ragazze di Silvio, (in inglese incisivamente tradotto Silvio's girls)
per i tipi di Aliberti, è una sorta di lunga lettera a Veronica Lario
(Choderlos de Laclos docet?, ndr). Il volume sarà in libreria la
prossima settimana.
L'articolo del Times arriva dopo gli editoriali dello stesso
giornale - e non solo - sul tema. Giornale che nelle pagine interne, a
firma di Mary Beard, arriva - in un articolo dal titolo La storia dirà se l'imperatore è nudo - ad una pesante analogia con l'imperatore Tiberio,
passato alla storia per le sue intemperanze sessuali (che regnò dal 14
al 37, succedendo ad Augusto, assunto a modello da Mussolini).
L'imperatore su cui si scagliarono gli strali di Tacito e Svetonio,
secondo la giornalista puo' essere accomunato al primo ministro anche
dalla passione per un'isola: non Capri ma la Sardegna. (S.Bio.)
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/06/berlusconi-nome-in-codice-papi.shtml?uuid=0ca332ca-5023-11de-a8e8-03a044239209&DocRulesView=Libero
iettatorenano
eroenano
| inviato da
marco resistenza il 4/6/2009 alle 0:21 | |
2 giugno 2009
Times: «Cade la maschera del clown»
«Cade la maschera del clown»: così il quotidiano londinese The Times titola un duro editoriale che attacca il premier italiano Silvio Berlusconi, chiamandolo a «rispondere alle accuse di essere un donnaiolo e alle domande sulla condotta inappropriata». Il Noemi-gate
è sempre sotto i riflettori dei media esteri e in qualche caso assume i
toni della sfida. «Berlusconi non può tenere imbrigliata la stampa
straniera», titola oggi un commento dell'Independent. L'attenzione sulla vicenda è alta sui siti inglesi, francesi, spagnoli e americani.
«La qualità del governo non è una questione privata», scrive il
Times nel sommario dell'editoriale pubblicato anche sul sito del
quotidiano londinese. «L'aspetto più sgradevole del comportamento di
Silvio Berlusconi – comincia l'articolo - non è che è un pagliaccio
sciovinista. Né che corre dietro a donne di 50 anni più giovani di lui,
abusando della sua posizione per offrire loro posti di lavoro come
modelle, assistenti o perfino, assurdamente, come candidate al
Parlamento europeo». «Ciò che è più scioccante è il completo disprezzo
con cui egli tratta l'opinione pubblica italiana».
«Il senile dongiovanni può trovare divertente, o forse anche
ardito, agire da playboy, vantarsi delle sue conquiste, umiliare la
moglie e fare commenti che molte donne troverebbero grottescamente
inappropriati». Il Times concede che Berlusconi non è il solo la cui
condotta è inadatta alla sua carica. «Ma quando vengono poste domande
legittime su relazioni scandalose e i giornali lo sfidano a spiegare
legami che come minimo suscitano dubbi, la maschera del clown scivola giù. Egli minaccia quei giornali e le stazioni televisive che controlla, invoca la legge per proteggere la propria privacy, pronuncia dichiarazioni evasive e contraddittorie, e poi melodrammaticamente promette di dimettersi se fosse colto a mentire».
«La vita privata di Berlusconi è, ovviamente, privata», continua il Times. Ma, aggiunge, «come si è reso conto Bill Clinton,
scandali e alti incarichi pubblici non vanno d'accordo». Il quotidiano
britannico respinge come «insensato e condiscendente» il ragionamento
di chi dice che l'Italia non è l'America, che l'etica puritana degli
Stati Uniti non ha mai dominato la vita pubblica italiana e che pochi
italiani si scandalizzano davanti ai donnaioli. «Gli italiani
comprendono bene quanto gli americani cosa è accettabile e cosa non lo
è. E, come gli americani, giudicano spregevole il cover-up», ovvero l'occultamento.
Secondo il Times, pochi media in Italia sono in grado di esprimere
questo punto di vista senza timore di un castigo e rende merito a La Repubblica per
avere continuamente sollevato domande al primo ministro sulla sua
relazione con Noemi Letizia. «Alla maggior parte di queste domande,
sulle labbra di ogni italiano sconcertato, non ci sono state risposte
soddisfacenti».
E' uno scandalo che riguarda non solo gli italiani ma anche gli
stranieri, afferma in conclusione il Times. «Qualcuno potrebbe dire che
tutto ciò non riguarda i forestieri. Ma gli elettori italiani, alla
vigilia delle elezioni europee, dovrebbero riflettere sul modo in cui è
guidato il loro governo, sui candidati considerati adatti per
Strasburgo e sul livello di sincerità del premier durante la crisi
economica e politica. E la faccenda riguarda anche altri». «L'Italia
ospita quest'anno il summit del G8», dove si svolgeranno importanti
discussioni: «I Paesi occidentali chiederanno maggiore cooperazione
nella lotta al terrorismo e al crimine internazionale. Berlusconi si
considera amico di Vladimir Putin. Il suo paese è un importante membro della Nato.
Fa parte anche dell'Eurozona, che è messa alla prova dalla crisi
finanziaria globale. Non sono soltanto gli elettori italiani a
domandarsi cosa sta succedendo. Se lo chiedono anche i perplessi
alleati dell'Italia».
Un altro commento sul Times, firmato da Rosemary Righter, osserva che uno scandalo del genere distruggerebbe la maggior parte degli uomini politici,
anche in Italia. Ma Berlusconi «sopravvive» come il libertino capace di
parlare con la gente. Sul sito del Times c'è anche una corrispondenza
dall'Italia, intitolata «Berlusconi blocca la pubblicazione di foto di
ragazze in bikini».
Il Financial Times,
che la scorsa settimana aveva definito Berlusconi un pericolo per
l'Italia, oggi fa notare che l'ondata di pettegolezzi su Berlusconi
lascia indietro le cattive notizie sull'economia italiana, distogliendo
l'attenzione degli italiani. L'Independent,
in un commento di James Waltson, afferma che Berlusconi vorrebbe
controllare i media italiani, e in larga misura lo fa. «Ma ha cercato
di mettere la briglia anche alla stampa straniera e lo ha trovato più
difficile». «Non può sopportare di perdere la faccia e molti dei suoi
sostenitori non gli perdonerebbero di avere fatto apparire l'Italia
stupida o, peggio, losca».
La ben organizzata finale della Champions League a Roma, la Fiat
salvatrice dell'industria automobilistica europea, il soccorso ben
coordinato dopo il terremoto in Abruzzo, «tutto ciò passa in secondo
piano rispetto agli amoreggiamenti del Primo ministro con una
diciassettenne». L'Independent nota che i lettori britannici saranno
sorpresi di sapere che Financial Times, Times e Economist «sono
boccaloni della sinistra». E conclude: «Berlusconi sta scoprendo che
non può manipolare la stampa straniera allo stesso modo di quella
nazionale». In un altro articolo, l'Independent scrive: «Saramago contro Silvio: il premio Nobel attacca Berlusconi», dopo che la casa editrice Mondadori si è rifiutata di pubblicare il suo ultimo libro.
L'attacco del premio Nobel è in evidenza anche su El Pais,
che pubblica anche due corrispondenze dall'Italia: «Artisti e ballerine
sull'aereo ufficiale» e «Lo scandalo delle foto private scuote la
campagna di Berlusconi». Nella stampa francese, la vicenda è sulla homepage di vari siti. Le Figaro titola: «Berlusconi ottiene il sequestro delle foto rubate». Il Nouvel Observateur: «Berlusconi denuncia una campagna di calunnie». France Soir se ne occupa sull'edizione online e scrive che lo scandalo diventa sempre più delicato per il Cavaliere. Il sito di Libération ha
oggi un richiamo sulle foto sequestrate alle «feste private» di
Berlusconi, dopo avere dedicato nei giorni scorsi grossi titoli alla
«grande crisi per una minorenne».
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/06/visti-da-lontano-times-berlusconi_2.shtml
| inviato da
marco resistenza il 2/6/2009 alle 18:31 | |